Poveri con il lavoro, sembra un paradosso ma è la situazione di migliaia di giovani e non in tutta Italia. Così come viene riportato sulle pagine del Corriere della Sera, la situazione è allarmante: la nostra penisola risente di una grave crisi che sta facendo lievitare i numeri della disoccupazione. Questi dati si riversano non sono all'interno delle percentuali che raggruppano i giovani appena diplomati o laureati, ma anche persone over 40/50. Anzi, sembra che ad avere maggiore difficoltà a trovare un'occupazione stabile siano proprio i laureati. La situazione si svolge su due fronti: nel primo troviamo persone assunte con contratti che li inquadrano con mansioni diverse da quelle che in realtà svolgono. Questa situazione, che prende il nome di dumping, ha il suo essere nella voglia dei datori di lavoro di trarre un profitto personale: ovvero professionisti capaci vengono assunti con contratti a chiamata o con mansioni di livello inferiore da parte di datori di lavoro che possono, così, corrispondere loro uno stipendio ridotto del 30%. Il secondo fronte vede persone laureate, molto spesso essi sono over 40/50 con prole, che si accontano di lavorare nei call center con contratti che garantiscono loro stipendi più bassi di quelli che essi necessitano per vivere, ma che sono gli unici ad essere certi e a permettere loro di percepire un mensile.
Dalla laurea ai contratti part time nei call center
Molti over 40/50, laureati anche a pieni voti, sono stati costretti ad accettare di lavorare all'interno dei call center. La situazione riportata da Il Corriere della Sera trova il suo massimo interesse nella zona di Palermo. Qui migliaia di laureati a causa della penuria di lavoro sono stati costretti a trovare un'occupazione alternativa: l'unica posizione ad offrire maggiore sicurezza era quella all'interno dei call center. Differenti sono le esperienze delle persone che hanno dovuto ripriegare su una professione non attinente al corso di laurea da loro completato: c'è chi ha dovuto abbandonare la professione di avvocato poichè non riusciva a corrispondere i 4.000 euro di tasse annuali alla Cassa Forense, c'è chi ha una laurea in geologia e aveva aperto uno studio, fiducioso di avere buone oppurtinità professional poiché il nostro è un paese interessato da un dissesto idrogeologico significativo. Tutte persone che hanno dovuto accettare che nel loro campo le opportunità di lavoro erano insufficineti a garantire loro di potere fare fronte alle spese per la gestione delle attività stesse, nonché al loro stesso sostentamento. Così molti ripiegono su un lavoro all'interno di un call center, impiegati nell'assistenza clienti ma con uno stipendio fisso.
Dumping contrattuale: realtà nei cantieri edili
Il dumping contrattuale si verifica quando un datore di lavoro chiede ad un suo dipendente di firmare un contratto al'interno del quale il dipendente stesso risulta inquadrato con una mansione inferiore, meno qualificata di quella che dovrà invece svolgere. Questa situazione si verifica, in particolare modo, nel campo edile dove operai con anni di esperienza sottoscrivono contratti da metalmeccanico o da fiorovivaisti. Questo garantisce al datore di lavoro di avere un risparmio che può arrivare fino al 30%. Il dipendente si ritrova sostanzialmente ad avere le stesse responsabilità e la stessa mole di lavoro che deve svolgere per la professione per la quale è specializzato, ma percepisce uno stipendio ridotto di un terzo. In molti casi, operai non italiani, che avevano necessità di sottoscrivere un contratto per potere permanere nel nostro paese, si sono visti presentare dal proprio principale una proposta che inficiava la loro retribuzione del 30%. Queste situazioni sono state sotoposte anche a cittadini italiani che, avendo uan famiglia a carico o avendo superato i 40/50 anni, gioco- forza sono stati costretti ad accettare una situazione non limpida.
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