Su 150mila insegnanti di sostegno, un terzo sono decisi ad anno scolastico iniziato da sentenze dei tribunali ai quali si rivolgono le famiglie degli alunni con disabilità o da decisioni dell’Ufficio Scolastico.
In questo modo il fabbisogno stimato con l’organico di diritto regione per regione non corrisponde alle esigenze reali e ad essere penalizzati sono non soltanto gli alunni, ma anche gli insegnanti, che non possono usufruire di quelle cattedre per i trasferimenti e le assunzioni.
Tutto ciò nonostante una recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale abbia imposto al Ministero dell’Istruzione di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno in Sicilia e di conseguenza un’assunzione di responsabilità e una revisione degli organici tale da garantire effettivamente la copertura del reale fabbisogno di docenti specializzati sul sostegno in tutto il territorio nazionale trasformando, finalmente, i posti attivati “in deroga” in posti in organico di diritto.
Supplenze al 30 giugno
Le supplenze su posti di sostegno in deroga sfiorano ogni anno i 50.000 contratti, con inevitabili conseguenze.
Una di queste è che a fronte di un numero più basso di docenti in possesso della specializzazione per l’insegnamento a questi alunni, la supplenza può essere conferita anche ai docenti senza titolo.
I corsi di specializzazione a.a. 2018/19 sono ancora in svolgimento, per cui a settembre 2019 la situazione rimarrà quasi invariata.
Posti sostegno in deroga
Gli Uffici Scolastici cominciano a pubblicare i posti già assegnati in deroga
ABRUZZO
BASILICATA
CAMPANIA
Napoli –
LAZIO
LOMBARDIA
Bergamo – Brescia – Mantova – Milano –Lecco – Lodi
PIEMONTE
PUGLIA
Bari –
SICILIA
TOSCANA
VENETO
Treviso –
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